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Azione tra Blazers e Rockets
Azione tra Blazers e Rockets

Un paio di giorni fa ho avuto la possibilità di assistere ad un match dei Portland Trail Blazers. Si trattava della seconda partita casalinga della prima serie dei Playoff. 

E’ stata una serata stupenda, per lo spettacolo e lo sport. Non ho potuto fare a meno di annotare i soliti, probabilmente stupidi commenti. Insomma le solite ” se fosse stato in Italia…”

Lo sport negli Stati Uniti, per quello che è la mia esperienza, è un evento per tutta la famiglia. Allo stadio vanno le famiglie, comprese le nonne. E’ un occasione per stare insieme, per mangiare e bere qualcosa (ovviamente) e per vedere un evento sportivo. I tifosi non trasudano cattiveria come la maggior parte da noi. Non ci sono cori razzisti, e lo spettacolo ce lo si gode in pace, senza pericolo.
Uno dei giocatori avversari, gli Huston Rockets, si è infortunato malamente (il giorno dopo ha dichiarato di terminare la sua carriera). Mi aspettavo un bel “devi morireeee” come si fa da noi. Gli spettatori erano preoccupati, ansiosi di rivedere l’avversario rialzarsi. Non è stato così, ed hanno accompagnato la il giocatore in barella con un applauso.
Anche in campo c’è rispetto. C’è tanta “cattiveria” durante l’azione, quello si. Lo sport è competizione, no?
Ma al primo accenno di tafferuglio tutto veniva velocemente placato.
Forse è solo Portland, o forse solo il basket. Ma ricordo le alcune domeniche pomeriggio a vedere il Milan. Tutta un’altra cosa.  E’ bello uscire dallo stadio e ridere e camminare verso la macchina, con altra gente come te. Senza “animali”, con tutto il rispetto per gli animali veri. E’ bello sapere che non troverai la tua auto in fiamme. E’ bello sapere che ci andrai ancora, e che ci porterai tuo figlio.

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